La scelta di un e-commerce b2b può rappresentare un fattore decisivo per l’occupazione e la crescita del fatturato delle aziende nostrane, soprattutto in un momento di crisi e riorganizzazione.
Già nel 2019 più di un terzo (34%) del totale delle imprese di capitali, in Italia, è stato coinvolto nell’e-commerce b2b e nel digital retail ed oltre il 46% del fatturato di quest’ecosistema era al Nord-Ovest (40% in Lombardia). Tuttavia, il settore legato agli acquisti online, in Italia, genera un incremento di ricavi per 3,5 miliardi di euro (+6,3% rispetto al 2019). Sono i dati emersi dalla ricerca condotta da The European House – Ambrosetti per Netcomm, che indaga per la prima volta l’impatto dell’e-commerce b2b sull’occupazione e la crescita del fatturato delle aziende italiane.
Creazione e-commerce: il fattore differenziante
Già nel 2019 erano ben 678 mila le imprese coinvolte nell’e-commerce b2b, con oltre 290 mila lavoratori interessati, non solo nella realizzazione di siti e-commerce, ma anche nell’ottimizzazione SEO dei contenuti richiesti dalle aziende. Secondo l’analisi, la “rete del valore” dell’e-commerce b2b è al terzo posto tra le 99 attività economiche italiane per incidenza sul fatturato nel settore privato (anno 2019), con un peso del 19,2% sulla crescita di fatturato del totale delle attività economiche italiane. Nello stesso anno, inoltre, la rete ha inciso profondamente sulla crescita dell’occupazione delle imprese italiane, con un contributo del 6,7% sul totale, collocandosi, anche in questo caso, al terzo posto tra i settori economici per variazione dell’incidenza sull’occupazione italiana.
Non stupisce, dunque, che quasi il 70% dei Merchant, gli operatori che offrono prodotti e servizi, e dei i Brand owner, i distributori di prodotti di marca che hanno attivato strategie e canali di vendita diretta online, prevedano di rafforzare la propria forza lavoro per il canale e-commerce, andando a incrementare un’occupazione di settore che già lo scorso anno, prima della pandemia, contava oltre 290 mila lavoratori nel Bel Paese.
E-commerce e digital transformation: rapporto decisivo per la crescita
Per comprendere il contributo che l’e-commerce b2b e il digital retail apportano alla crescita e alla digital transformation, basti pensare che l’e-commerce sia tra i primi 10 settori in Italia per maggior incremento del valore di fatturato per addetto (stima relativa al periodo 2015-2019). Un settore che, nelle sue molteplici declinazioni, attiva sviluppo e occupazione e coinvolge numerosi ambiti e operatori, tanto nella fase di vendita online, quanto in quella dei servizi pre e post vendita a supporto di tutta la filiera: una rete di valore che contribuisce in modo significativo allo sviluppo economico e produttivo dell’Italia e che può segnare un passo decisivo per l’incremento della competitività delle imprese a livello internazionale, soprattutto in tempi di pandemia.
L’e-commerce b2b è stato il settore che ha avuto maggior peso sul fatturato complessivo delle imprese italiane, con una crescita del 19,2%. Le crescite più decisive si sono avute nei settori della fabbricazione dei prodotti chimici (+32,8%), del commercio al dettaglio (+18,1%), della fabbricazione di materiali e apparecchiature NCA (+17,8%) e della ristorazione (+9,2%). Le imprese della rete del valore dell’e-commerce rappresentano il 34% del totale delle imprese di capitali in Italia (1,9 milioni).
Ripartenza e innovazione: soluzioni e grandi margini per la Sicilia
Per poter continuare a sostenere la crescita di questo settore è necessario colmare il gap rispetto ai principali mercati in Europa. Già nella Penisola vi sono nette differenze: il 21% delle imprese orientate all’e-commerce è situato in Lombardia, il 16,8% in Lazio, il 9,6% in Campania, il 7,7% in Emilia-Romagna, il 7,6% in Veneto, il 7,0% in Toscana, il 5,4% in Sicilia. In testa alla classifica del fatturato troviamo sempre la Lombardia con 22,2 miliardi di euro, mentre la Sicilia, terza regione d’Italia per popolazione, valorizza ancora solo per 1,4 miliardi di euro.
Ecco perché è fondamentale agire sulla digitalizzazione delle imprese: nel 2020, a fronte di una riduzione del turismo, si è verificata una perdita nel commercio da shopping tourism pari a 5,7 miliardi di euro (il 75% del totale), a causa della forte diminuzione dei turisti stranieri (-58%).
Per far fronte al calo dei consumi è possibile, ad esempio, sfruttare il canale digitale per promuovere i prodotti Made in Italy nel mondo, riducendo il gap determinato dalla crisi da Covid-19 e creando al contempo una base d’interesse per i turisti stranieri che vorranno venire in Italia alla fine della pandemia. Una possibile soluzione è favorire una crescente integrazione dei siti Web di promozione turistica dei territori (Comuni, Province, Regioni) e delle produzioni locali tipiche con piattaforme digitali che permettano al visitatore di effettuare l’esperienza di acquisto online.
In conclusione
Abbiamo visto come quello dell’e-commerce b2b sia un trend che le imprese, e non solo, non possono più ignorare. In un contesto in continuo cambiamento come quello attuale diventa quindi fondamentale, per le imprese, affidarsi a partner che siano in grado di guidare verso la giusta direzione.
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