Sempre più di frequente si sente parlare di growth hacking marketing, insieme di strategie di web marketing che hanno l’obiettivo di far crescere velocemente un’impresa facendole acquisire un maggior numero di clienti.
Inizialmente ideato e pensato per le start-up, il growth hacking marketing sta diventando uno degli approcci più seguiti da tutti i tipi di organizzazioni, dalle piccole alle grandi.
Ci soffermeremo sulle sue caratteristiche principali e sulle strategie di marketing che da esso ne derivano.
GROWTH HACKING E GROWTH HACKER
Prima di poter descrivere le strategie di growth hacking marketing, è necessario dare una breve definizione e specificare le caratteristiche del growth hacker.
Il termine, coniato da Sean Ellis nel 2010, indica il processo di rapida sperimentazione attraverso una serie di canali di marketing per individuare i modi più efficaci per far crescere un business.
Il Growth Hacker è una persona con una conoscenza a 360° in merito al marketing online, dotato anche di nozioni di programmazione e di una buona immaginazione, che gli consente di sviluppare strategie innovative, economiche e di successo. Tuttavia è bene ricordare che i Growth Hacker sono in continua evoluzione, sempre alla ricerca di nuovi strumenti e strategie che permettano di generare il maggior numero di conversioni e azioni. In altre parole, aumentare le vendite.
GLI STRUMENTI BASE DEL GROWTH HACKING
Sebbene l’attività di growth hacking sia complessa e dipendente da moltissime variabili, come ad esempio la tipologia di prodotto di riferimento, il target da raggiungere, l’industria in cui si opera ecc…, esistono una serie di tool in grado di semplificare il lavoro dei growth hacker, in quanto strumenti di analisi molto efficaci.
Comune a tutti gli strumenti di growth hacking vi è lo sfruttamento dei dati per targettizzare l’audience e massimizzare la conversione dei potenziali clienti.
LA STRATEGIA DEL GROWTH HACKING MARKETING
Fatte le dovute premesse, passiamo adesso a sviluppare l’approccio strategico tipico del growth hacking marketing.
Tutte le strategie di growth hacking partono dal presupposto di dover replicare la crescita virale di startup come Facebook. Successivamente è necessario misurare tutti i canali di marketing.
A tal proposito si fa spesso riferimento ai 5 indicatori ideati da Dave McClure:
- acquisizione: primo contatto tra clienti e prodotto, tipicamente tramite registrazione al sito o servizio (dati di partenza, per analizzare i canali di Marketing aziendale più efficaci)
- attivazione: gli utenti cominciano a usare il prodotto (è importante concentrarsi su questa performance prima di investire in nuove acquisizioni o sviluppo di nuove features)
- retention: strategia per far tornare regolarmente gli utenti (è legata al core business delle varie aziende; alcuni prodotti richiedono l’uso quotidiano, altri settimanale o mensile)
- referral: marketing del passaparola efficace dal punto di vista del ROI facendo crescere la base utenti in modo esponenziale (tanti accessi sono positivi per esposizione, brand e PR ma è necessario misurare in che modo i referral diventano clienti paganti)
- revenue: monitoraggio dei ricavi, cruciale per evitare “metriche di vanità” nella start-up
Step successivo è la ricerca di strumenti di fidelizzazione dei clienti e di analisi (come l’analisi di coorte) per studiarne il comportamento.
Infine, non vi è strategia vincente senza un costante monitoraggio delle performance e continui aggiustamenti.